E’ già passato il 10 agosto, quando Brattirò, durante la notte dei desideri, si anima di colpo.
E’ mattino presto quando i membri dell’Associazione Enotria si mettono al lavoro per gli ultimi ritocchi. Se vi ricordate, è cominciato tutto una settimana prima, con la degustazione del vino. Durante questo periodo, tutti gli organizzatori si sono dati da fare per la riuscita della Sagra del Vino 2019.
Le riunioni si susseguono senza sosta, nei giorni precedenti viene lavorato il maiale per le salsicce e viene tagliata la frutta per la sangria. E giorno 10, come detto, vengono dati gli ultimi ritocchi, soprattutto agli stand. I classici tubi di metallo vengono ricoperti con fiori ed erbe della vigna ed alla fine vengono aggiunti i cartelloni col logo della sagra e altre poesie.
Peculiarità di quest’anno sono gli hashtag, che si trovano, in rosso, su ogni stand: #mangiapastaebasta, #sangriaedallegria, per citarne alcuni.
Ai soliti stand che percorrono tutto il paese, si aggiunge la novità sita in Via Posta, degna di nota e lode. Un tempo, su tale via era collocata la mostra degli antichi mestieri e anche della vendemmia. Tradizione purtroppo caduta in disuso. Ma quest’anno Via Posta riprende vita grazie all’impegno di alcuni ragazzi che lavorano dal mattino nel sistemare quella che potremmo definire “La Storia” della sagra.
Lungo la parete in pietra di una vecchia casa, vengono posizionate le foto che contengono volti noti e storici della sagra. Molta è la commozione nel vedere persone che non ci sono più. Ci teniamo a ricordarle anche qui: Don Giuseppe Furchì, Mercurio Furchì (di Manna), Professore Peppe Vita, Cosmo Romano (per tutti “u zu Cocimu”). E anche a fine Sagra, viene ricordato Peppe Costa (Peppi Iotta) per anni componente della sagra.
Un altro complimento va fatto per il gruppo scelto per quest’anno: i Suddanza. Ovviamente per una piazza esigente come quella di Brattirò, ci vogliono dei musicisti all’altezza e i Suddanza vanno oltre ogni aspettativa. Suonare tarantelle e anche così bene per ben tre ore di fila, senza stop, non è da tutti. Veramente bravi e complimenti all’Associazione Enotria!
Per il resto che dire, il lavoro è stato encomiabile. Tutti, dal più piccolo al più grande, chi più chi meno, si sono impegnati per la riuscita della Sagra 2019.
Come sempre è una bella sagra, una sagra felice, dove l’euforia del vino contagia un pò tutti quelli che vi partecipano. E’ una sagra goliardica, ricca di divertimento, la celebrazione dell’euforia all’ennesima potenza. Ma sappiamo bene che, come dice una famosa canzone, “si può fare di più”.
Quel “si può fare di più” vuole essere un invito a migliorare, perchè se la sagra è buona, può diventare ottima e se è ottima può diventare eccellente.