I FRANCESI 1800-1815
Le idee della rivoluzione francese
(libertà, uguaglianza e fraternità) si diffusero velocemente. Specialmente
i giovani divennero entusiasti fautori delle idee rivoluzionarie.
In
un paesello piccolo come il nostro, non ci si aspetta che tali idee
possano attecchire e svilupparsi. Troviamo che in un manoscritto di
Carlo Rombolà nato a S. Calogero nel 1842 (Memorie di Famiglia), ritrovato e reso noto dal compianto prof. Franco Rombolà, si capisce come le idee
rivoluzionarie ebbero forte presa nel nostro paese.
Furono
portate dai giovani Adamo Domenico e Lancillotti Francesco di Tropea. Per le loro idee essi furono trucidati nella loro casa dai soldati borbonici.
Ma soprattutto era il prete Domenico Rombolà, eccezione rara
per quel periodo, da parte di un clero ostile ad ogni segno di
cambiamento e schierato con la corona borbone.
Nel
1797 venne piantato in località “avanti u chjanu” l’albero della
libertà. Ciò a testimonianza che gli abitanti nella maggioranza erano seguaci
delle idee carbonare. Si svegliava in essi lo spirito libero sopito da
secoli di sottomissione. La feroce repressione che seguì con lutti e
rovine diede inizio a quel fenomeno sanguinario detto brigantaggio.
Del
periodo francese oltre al brigantaggio che trattiamo a parte vi è
stata l’istituzione dei comuni come formula amministrativa. Brattirò
dal 1806 al 1815 fece parte del comune di Ricadi.
Possiamo
affermare che da questo tratto di storia inizia una nuova era,
lentamente, ma inizia.
< PRECEDENTE
-
SUCCESSIVA >
|