IL DOPOGUERRA 1945-1960
Finita
la tragedia della guerra, i brattiroesi si ritrovarono in miseria.
Iniziò
così l’ultima ondata migratoria verso le Americhe. Intere famiglie,
raccolte le povere cose, partirono per lo più verso l’Argentina, che
in quel momento offriva lavoro. Inoltre in Buenos Aires si trovavano
tanti amici e parenti emigrati in precedenza.
Intorno
ai primi anni 50 il flusso emigratorio si andò lentamente esaurendo. La
popolazione rimasta con la coltivazione della terra riusciva a
procurarsi il necessario per un sostentamento decoroso.
In
questi anni avvenne un fenomeno che cambiò la vita del nostro paese. Cominciarono ad essere impiantati i primi pergolati di olivella, uva da
tavola che si rivelò la fortuna dei brattiroesi.
Essi
con perizia e quasi devozione seppero trasformare la pianura in un
grande pergolato. L’ uva veniva esportata, concedendo ai produttori un
guadagno che permise al nostro paese un tenore di vita qualitativamente
buono.
Va
riconosciuto che i contadini di Brattirò ebbero la lungimiranza di non
accumulare ricchezze. Quel di più che riuscivano ad ottenere dalla
terra, essi lo investivano nei figli facendoli studiare. Sacrificandosi fino
all’inverosimile, riuscirono a mandare i loro giovani a scuola nella
vicina Tropea o Vibo Valentia e poi alle università.
Nel
corso degli anni Brattirò si è potuto fregiare dell’appellativo
“Il paese dei laureati” ed in particolare “U paisi di medici”.
Possiamo con orgoglio affermare che i laureati di questi anni, nel corso
del loro operare, hanno portato e portano ancora oggi con vigore, determinazione e
perizia il nome del nostro paese nel mondo.
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