BORBONI 1815-1860 (
II° PERIODO )
Con la caduta di Napoleone, i Borboni
ritornarono nel regno delle due Sicilie e tutto in apparenza ritornò
come prima.
I
comuni furono mantenuti perché si rivelarono adatti per amministrare
con ogni tipo di regime.
Brattirò
con i Francesi faceva parte del comune di Ricadi; con i Borboni passò
con quello di Drapia. Allora
era molto difficoltoso raggiungere il capoluogo per via della strada
malridotta. Solo nel 1843 si costruì il ponte sulla fiumara di Drapia
agevolandone l’accesso.
Niente poteva tornare come prima.
Specialmente i giovani avvertivano la necessità
di cambiare vita. Non si rassegnavano alla miseria ed alla
sottomissione. Iniziò così un' emigrazione verso la piana di Gioia Tauro,
luogo che offriva lavoro per bonificare le zone paludose.
Tra
questi giovani emigrati ricordiamo la figura di Pasquale Rombolà nato
nel 1835. All’età di 18 anni trovò lavoro a S. Ferdinando, presso il
marchese Coda Nunziante (nobile esoso). Egli esigeva dai poveri lavoranti
qualsiasi tipo di tassa.
Pasquale
stanco delle angherie del marchese, guidò i suoi compagni di lavoro alla
ribellione. Fondò la città di Eranova, in modo da essere autonomi e
liberi.
Le
idee di libertà radicate anni prima nel nostro paese non morirono, bensì
i suoi figli continuarono ovunque a professarle.
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