BRIGANTI 1797-1816
Sul
finire del 1700 L’Europa fu percorsa dal fremito della rivoluzione
francese e poi attraversata dal ciclone napoleonico. Anche la Calabria fu
soggiogata dalle truppe francesi. In quel periodo i Borboni che
governavano il regno di Napoli furono cacciati, ripararono in Sicilia e
da là fomentarono il popolo contro i francesi creando Il fenomeno del
brigantaggio. Le cronache di quel periodo sono un continuo descrivere
di atrocità senza fine in un crescendo impressionante.
Dai
libri parrocchiali (battesimi, matrimoni, morti) si ricava che dal 1797
fino al 1816 i morti definiti "per morte violenta” aumentano in
modo impressionante,
in
questo ventennio vi sono stati circa 24 di questi morti, mentre
normalmente se ne verificavano 3 al massimo.
Nella
memoria storica tramandata da una generazione all’altra, fatti e
personaggi di questo periodo sono giunti a noi ricchi di particolari.
Molte
di queste storie sono state suffragate dalle ricerche compiute sui libri
parrocchiali.
Presentiamo
ora la famiglia di
ALFONSO ROMBOLA'
che troviamo al centro delle
vicende che descriveremo.
Una famiglia corposa, ma soprattutto una
famiglia che su 11 figli ben 10 sono arrivati in età adulta. Tutte le
famiglie di allora, salvo poche eccezioni, erano molto prolifiche.
Ma
la mortalità infantile (di cui ci occuperemo a parte) li decimava e
pochi raggiungevano l’età adulta. Questo per dire che la famiglia di
Alfonso Rombolà fosse fortunata rispetto alle altre e quindi prendesse
il sopravvento in un mondo senza leggi.
Questa
famiglia riesce a venire in possesso di diversi appezzamenti di terreno
che prima erano di proprietari Tropeani. Inutile spiegare i metodi e i
modi come questo avvenisse.
Certo
è ch’essi oltre alla propria forza strinsero alleanza con briganti di
paesi vicini. Sappiamo che Ferdinando era il luogotenente dell’Orlando
di Spilinga, inoltre la sorella Rosa detta “Lizza” donna sicuramente
“con i pantaloni” si sposò con Michele Pugliese di Spilinga detto
“Michelazzu o cani masculu”. Da questa coppia discendono tutti gli
attuali Pugliese di Brattirò.
I
fratelli Rombolà indubbiamente erano campioni di ferocia, con i loro
soprannomi sono vissuti nelle cronache popolari suffragati dai riscontri
ottenuti dai libri parrocchiali. Il Toscano, il Riccio, Matalena,
Milingiana, Ciccio Cola, Abbati Pittia,
Lizza. Insieme alle altre sorelle, ai cognati, ad altri parenti
formarono una formidabile banda brigantesca capace d’imprese
banditesche ora contro i francesi ora contro i borboni traendo
profitto da un periodo tristemente insanguinato.
Il
predominio del cognome Rombolà nel nostro paese nasce proprio da questo
periodo. Questa famiglia entrò in possesso di risorse che migliorarono
le condizioni di vita dei loro discendenti. Tutto ciò permise il loro progresso sia
con una minore mortalità infantile sia con una minore intensità
migratoria.
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